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lunedì 27 giugno 2011

LA GIORNATA DELLA PARTE PEGGIORE E DELLA PARTE MIGLIORE DELL'ITALIA - PARTE II: IL POMERIGGIO

Ore 17 devo uscire dal lavoro. Sono fortunata perché, nonostante la precarietà, il lavoro mi piace…mi piacerebbe poter rimanere in ufficio per finire un progetto che deve essere pronto per domani, ma la mia paga non mi consente di avere una baby sitter che vada a prendere i bambini a scuola. Ma sono fortunata perché vivo in un’era in cui una piccola chiavetta USB ti consente di portarti il lavoro a casa, senza caricarti di enormi faldoni. Così corro alla fermata del bus e sorrido vedendomi come una moderna Fantozzi che allo scattare dell’ora x si precipita per le scale…

Ore 17 in perfetto orario il Presidente atterra all’aeroporto della sua città. In serata, non perderà l’occasione per intervenire ad un convegno di giovani imprenditori e rassicurare il proprio bacino elettorale sul suo attaccamento alle origini, alla famiglia, al territorio…

Ore 17.31 arrivo a scuola. Che fortuna: nonostante i 60 secondi di ritardo, causati da un’auto blu con lampeggiante parcheggiata sulla corsia preferenziale del bus, i bambini non sono stati abbandonati per strada. Me la cavo con un severo rimprovero dell’economo, che a causa di quei 60 secondi sarà costretto a pagare uno straordinario di mezz’ora al custode: “E se tutti facessero come lei, cara signora, questo Stato andrebbe in banacarotta!”. E allora sorrido al pensiero che fortunatamente non tutti fanno come me.

Ore 19.30 il Presidente (Onorevole, Ministro e chi più ne ha più ne metta!) si intrattiene per l’aperitivo con i giovani imprenditori. Quello sgradevole episodio che si è verificato durante il convegno si è già volatilizzato nella loro memoria, evaporato fra le bollicine di una coppa di champagne. Anzi è servito a rafforzare l’immagine che i giovani imprenditori hanno di loro stessi: belli, eleganti, vincenti (proprio come gli era stato insegnato ad essere in quei piccoli licei di provincia frequentati negli anni ’80, quando giovani lo erano veramente … trent’anni fa!). Contrapposti a quegli sfigati dei loro coetanei…Il Presidente chiude gli occhi. E’ stanco e vuole allontanare da se quelle brutte immagini . E’ un attimo, e le acclamazioni degli accoliti riescono nel miracolo di ridargli fiducia: è quella la sua realtà. E’ quella la realtà!

Ore 19.30 preparo la cena. Sono una persona fortunata, perché nonostante la stanchezza, grazie ad un’organizzazione teutonica siamo riuscite, con altre donne, ad organizzarci in gruppi di mutuo aiuto che ci consentono di avere attività di impegno sociale o, più semplicemente di prendere un aperitivo fra amiche. Oggi è il mio turno di “babysitteraggio” ai figli di Olimpia che è andata a manifestare il disagio di noi precari ad un convegno di non-so-chi a cui pare partecipi un pezzo grosso. Così organizzo giochi e preparo la cena per tutti i marmocchi. Se tutto va secondo i programmi entro le 21.30 saranno tutti a letto ed io potrò accendere il pc e finire il lavoro portato dall’ufficio (senza sforzo fisico grazie alla chiavetta USB!)

Ore 24 due salti in discoteca il Presidente (o un pezzo grosso qualsiasi, pur che sia universalmente riconosciuto come tale) se li concede. Se li merita: ha avuto una giornata difficile, lui!

Ore 24 chiudo il pc e mi concedo l’ultima edizione del TG. Le palpebre stanno già calando quando una parte residua del mio udito coglie un’espressione che mi fa risvegliare “VOI SIETE LA PARTE PEGGIORE DEL PAESE!”. Sgrano gli occhi e scorgo un mezz’uomo, un ominicchio, un quaquaraqua che, ad un convegno di giovani imprenditori, insulta la mia amica Olimpia. E allora non sorrido più, allora mi INDIGNO!

mercoledì 22 giugno 2011

"MANCA LA PROFFESSIONALITA'" OVVERO DALLO SPAZZINO ALL'INDICE DI FERTILITA' DELLE DONNE PIEMONTESI!

"Oggi giorno manca la professionalità, in tutti! Puoi pure fare lo spazzino, ma lo devi fare con professionalità!" Questo è il mantra che mia madre ripete quotidianamente, di fronte alle piccole-grandi disfunzioni della vita sociale.

Per lavoro io elaboro ed interpreto dati. E quotidianamente ripeto il mio mantra: "Il problema sono le banche dati! se i dati raccolti sono lacunosi o scorretti qualsiasi illuminante ragionamento interpretativo porta a conclusioni sbagliate!"

Anche chi mi commissiona i lavori ha il suo di mantra: "Tu non preoccuparti dell'origine dei dati; esponi in premessa i tuoi dubbi e riempi la pubblicazione di bei grafici colorati. ...nessuno lo noterà!"

Tutto ciò è frustrante. E proprio come narrano le leggende metropolitane di lavoratori dell'industria alimentare che non mangerebbero mai prodotti industriali, così io ho imparato a dubitare delle ricerche piene di grafici colorati.

Ma quando ho letto questa: http://www.arpa.piemonte.it/upload/dl/Indicatori_ambientali/Indicatore_della_settimana/indicatore_fertilita.pdf beh, è stato veramente troppo!
Analiziamo il testo: si parla di "Indice di Fertilità" in una "pillola" pubblicata dall'autorevole Agenzia Regionale per l'Ambiente del Piemonte; si asserisce che il numero medio di figli per donne in età feconda nella ridente regione sabauda è di 39.66. Il dato sale se si va a Cuneo: stuoli di oltre 43 bambini attaccati alla gonna di ciascuna cuneese! Mistero. Ma il mistero si infittisce se si considera che "La maggior parte delle nascite avviene quando le madri hanno oltre i trenta anni." Parti plurimi, allungamento dell'età fertile oltre gli 80 anni, clonazione umana...niente, neanche il Professor Antinori potrebbe garantire tali livelli di crescita!
Attenzione, però: “In Piemonte si hanno tassi di crescita inferiori al resto d'Italia e l'incremento degli ultimi anni è dovuto principalmente alle donne immigrate, con fertilità più elevata e più precoce”. Sì, avete capito bene, mentre le Piemontesi DOC fanno mediamente 1.3 figli, la media dei figli per donna in Piemonte è di 39.66 a causa delle immigrate! Ed ecco la fine spiegazione sociologica, degna di Roberto de Mattei (il Vicepresidente del CNR per il quale il disastro di Fukushima è stato “una voce paterna della bontà di Dio, che ci richiama al fine ultimo della nostra vita... Le catastrofi sono i giusti castighi di Dio”): le Piemontesi DOC si sono emancipate “con l’introduzione del divorzio, l’interruzione volontaria della gravidanza, l’istituzione dei consultori per la procreazione consapevole”. Ma qualcosa si può ancora fare per raggiungere l’agognato traguardo di 50 figli per donna, basta che ci sia l’impegno di tutte (anche del tuo, peccatrice Piemontese DOC, che prendi a pillola, vai al consultorio e fai figli solo se li vuoi!), purché tu smetta di peccare, ubriacarti, fumare! E adesso il gran finale. La perla scientifica! Darwin? un dilettante; Mendel? un fruttivendolo che aveva la fissa dei piselli; gli studi genetici sulla Drosophila? Carta straccia! L’ARPA finalmente ci spiega perché nascono più maschi che femmine, ma è semplice: perché i maschi sono delle teste matte, dei simpatici guasconi che si ubriacano, corrono su macchine con le quali si schiantano a 160 Km/h contro muri di discoteche, mentre le femmine sono pacate, riflessive e noiose! E allora, direte voi? E allora non lo so, ma so che mia madre ha ragione: oggi giorno manca la professionalità, in tutti! Puoi pure fare lo spazzino, ma lo devi fare con professionalità!

martedì 21 giugno 2011

LA GIORNATA DELLA PARTE PEGGIORE E DELLA PARTE MIGLIORE DELL'ITALIA - PARTE I: LA MATTINA

Ore 7.30 suona la sveglia. Sono fortunata perché da quando sono stata licenziata dal precedente lavoro ho guadagnato un’ora e mezzo di sonno. Il mio compagno è già pronto per uscire; si muove con i mezzi pubblici (scelta di civiltà e di portafogli) e, dovendo timbrare entro le 8.30, un’ora di anticipo è il minimo che serve. Sveglio i bambini (sono fortunata perché mi sono permessa il lusso di due figli, numero minimo per garantirsi un posto alle scuole comunali: un giorno dovrò spiegare al secondogenito che è nato per consentire al primogenito di frequentare una scuola dell’infanzia, per consentire alla mamma di continuare a lavorare, per consentire alla famiglia di pagare l’affitto/mutuo. E non è una canzone di Branduardi). Lavarsi, vestirsi, fare colazione. E poi sorridere perché la moderna pedagogia vuole genitori attenti, comprensivi, assertivi! Si esce, in una staffetta che prevede di depositare ogni membro della comitiva alla propria destinazione.

Ore 7.30 suona la sveglia anche in un palazzo del potere ed il Presidente (presidente di cosa non ha importanza, l’importante è fregiarsi di un titolo) si alza, si lava, si veste, fa colazione e sorride. È stanco ma sorride. Sorride perché si compiace dei suoi successi in ogni campo, è stanco perché il suo ultimo successo (pagato a prezzo di svendita della Res Publica) è ancora lì nel letto a ricordargli che potere e potenza possono coincidere.

Ore 9 arrivo al lavoro. Sono fortunata perché, grazie ad una laurea, ad un master, un dottorato e a 15 anni di esperienza, dopo essere stata licenziata, lavorando con contratto co.co.co., mi sono potuta permettere di dire “scusate ma prima delle 9 non riesco ad arrivare, non posso restare dopo le 17, ma per questo rinuncio alla pausa pranzo” . Pratiche da sbrigare, sopralluoghi da effettuare, riunioni a cui partecipare. E poi sorridere, perché il contratto scade fra un anno e, giacché ho preteso un orario di privilegio è meglio farsi vedere positiva. Niente di drammatico, sempre meglio che lavorare in miniera!

Ore 9 arriva in ufficio anche il Presidente (forse non lo stesso, ma che importa, l’importante è un titolo!). Nella macchina che è venuto a prenderlo, un solerte collaboratore gli ha ricordato gl’impegni della giornata, gli ha fatto la rassegna stampa, gli ha aggiustato il nodo alla cravatta. Ma no, no. L’impegno delle 11 deve saltare. Di cosa si tratta in fondo: sfrattati, disoccupati o associazioni anti-raket? Niente d’importante.

Ore 11, break per il caffè. Sono una persona fortunata, in ufficio c’è una macchinetta del caffè a cui poter accedere ed è un lusso che, nella mia azienda, non si nega a nessuno. Neppure ai co.co.co. E allora sorrido!

Ore 11, l’agenda del Presidente è talmente fitta che non concede break. Il suo precedente impegno va per le lunghe e l’assistente gli sussurra nell’orecchio che la macchina è pronta…”Mi dispiace signori, ma impegni improrogabili mi impongono di abbandonare questo consesso, etc. etc. etc”. La macchina sfreccia nel traffico cittadino che si fa da parte al lampeggiare della luce blu. Ma man mano che ci si allontana dal centro verso la periferia è meglio tenere un profilo basso: via il lampeggiante. Palazzoni, cassonetti di immondizia ricoperti da materassi, divani, televisori (arredamento completo per topi e senza casa). Il Presidente è arrivato. Scende le scale di un seminterrato, luogo del suo incontro istituzionale: relazioni (rilassate, ripassate?) con le minoranze, politiche delle pari opportunità …l’impegno profuso nella prestazione, ohps, nella trattazione, richiede un moderno zabaione da sorbire; niente uova, niente zucchero semolato, ma uno zucchero molto più impalpabile e più energizzante. L’efficienza della pubblica amministrazione si misura in questi momenti: i fondi per le minoranze, le politiche delle pari opportunità e … per il moderno zabaione, vengono erogati nell’immediato. La Res Publica non può che uscirne arricchita!

Ore 13, pausa pranzo. Sono una persona fortunata perché, pur avendo detto che rinuncio alla pausa pranzo, a nessuno nella mia azienda verrebbe in mente di rimproverarmi se mangio un panino di fronte al pc. Forse è la volta buona che dimagrisco, e allora sorrido!

Ore 13 il Presidente (Ministro, Sottosegretario, Onorevole…insomma, quello che volete voi!) vorrebbe tanto mangiarsi un panino in santa pace, magari da solo, magari di fronte al suo pc; ma lui no, lui non può: ha un’importante colazione di lavoro. Cibo macrobiotico, inodore, insapore. Salato solo nell’ultima portata. Ma che importa: il moderno zabaione ha placato ogni sensazione sgradevole (fame compresa) e la carta di credito della Res Publica agisce come acqua di fonte sul sale dell’ultima portata. Il Presidente, soddisfatto per l’accordo appena concluso, è pronto ad andare all’aeroporto per volare dall’amata famiglia ed annunciare all’adorata consorte che non dovrà più angustiarsi per le sorti della sua impresa: con un pranzo macrobiotico Lui ha risolto tutto! D’altra parte è un uomo aperto. Con valori forti, ma aperto! Non sono più i tempi in cui un uomo di Stato (addirittura di Governo!) non consentiva ai propri congiunti di avere interessi in conflitto col proprio ruolo. Anzi, quale migliore manifestazione di affetto e attaccamento ai sacri valori della famiglia!